Urne aperte per l’elezione del nuovo presidente della Confraternita del Rosario. Il Presidente uscente Antonio Greco ha indetto per la giornata odierna le elezioni per il rinnovo del consiglio d’amministrazione infrangendo una recente tradizione contestatissima di lunghissimi periodi “regnanti”. Il Giovane Priore ha escluso al momento della convocazione delle elezioni una sua rielezione che statutariamente era possibile avendo operato per un solo mandato.
I ricordi vanno sfumando, ma resta qualche flash a richiamarci alla memoria un anziano signore indaffarato nell’organizzazione di una piccola festa in onore di Sant’Antonio, ci pare fosse Mico Angotti. Più certe sono le rimembranze sugli “Antonio” comunali negli anni ’80, impegnati a tenere fede ad una tradizione, anche come vicini di “casa”. Ieri a ricordare ai più distratti che ricorresse la festività di Sant’Antonio da Padova, era qualche fedele che si riportava indietro il pane di Sant’Antonio dalla messa pomeridiana celebrata in Parrocchia. Perché in parrocchia? Una delle cinque chiese del paese non è forse quella di Sant’Antonio? Tutto ciò mostra evidente la parabola discendente che sta vivendo il nostro paese, la nostra comunità.
Per la prima volta si votò con l’elezione diretta del sindaco, l’Italia era attraversata da quella grande confusione scambiata per rivoluzione dal nome Tangentopoli, era il 6 di giugno del 1993. A Cerisano erano in tre a contendersi la poltrona di Sindaco, un’assoluta novità che ha stravolto le regole paesane di contrapposizione fra Torristi e Democristiani. Vincenzo Santelli giovane sindaco nella consigliatura 1970 – 1975, Gigino Mazzuca, Sindaco democristiano per tre legislature dal 1978 al 1993 e Franco Caputo nel cui curriculum vantava “soltanto” una breve parentesi di assessore all’Urbanistica del Sindaco Peppinuccio Greco. Era presente ai nastri di partenza anche una lista del MSI capeggiata da Domenico Greco, ma non veniva accreditata da nessuna chance di vittoria.